Uno studioso ha ricostruito digitalmente il cranio dell’Homo longi immergendo la comunità scientifica in un nuovo interrogativo: è lui il nostro parente più stretto?
Specie che viveva in Cina 150.000 anni fa, l’Homo Longi o “Uomo-drago” ha un cranio imponente.
Recentemente identificato come parente dell’Homo sapiens, la sua ricostruzione digitale del volto, creata da Cícero Moraes, esperto brasiliano, svela dettagli che ci metterebbero in diretta parentela con l’ominide.
Questa scoperta, nuova fonte di accanimento e curiosità per gli studiosi, potrebbe rivelare connessioni con l’Homo sapiens, aprendo nuove prospettive sull’evoluzione umana.
L’Homo sapiens, con le sue caratteristiche anatomiche moderne e lo sviluppo cognitivo avanzato, rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione umana.
I primi reperti fossili di Homo sapiens sono stati scoperti in Africa orientale, risalenti a oltre 300.000 anni fa, con altri ritrovamenti che si estendono fino a circa 200.000-150.000 anni fa in varie regioni africane. Questi reperti hanno contribuito a gettare luce sull’origine e la diffusione della nostra specie in tutto il mondo.
Circa 150.000 anni fa, un altro enigmatico membro del genere Homo, noto come Homo longi o “Uomo-drago”, si aggirava nelle fredde foreste della Cina settentrionale.
Questo si è scoperto solo due anni fa, nel 2021, oltre a sorprendenti rivelazioni sul suo cranio, di dimensioni imponenti, che è stato scoperto ancor più recentemente, suscitando un crescente interesse tra gli studiosi dell’evoluzione umana.
L’Homo longi, descritto inizialmente come un ominide dalle dimensioni mastodontiche, si è rivelato una specie cugina dell’Homo sapiens.
Analisi recenti suggeriscono che potrebbe essere più strettamente imparentato con l’Homo sapiens rispetto ai Neanderthal e ai Denisoviani. Questa scoperta potrebbe offrire una prospettiva inedita sull’evoluzione dell’uomo e sulle relazioni tra le varie specie umane ancestrali!
Cícero Moraes, rinomato esperto in ricostruzioni facciali, ha elaborato digitalmente l’aspetto dell’Homo longi, fino ad arrivare a ricostruirne il cranio!
Utilizzando dati e immagini forniti dagli autori dello studio del 2021, Moraes ha creato un modello digitale del cranio dell’Homo longi, combinando informazioni provenienti da scansioni tomografiche di esseri umani moderni e scimpanzé.
Secondo le analisi, l’Homo longi aveva una circonferenza cranica di 65,1 centimetri, una caratteristica che lo differenzia nettamente da qualsiasi altro ominide conosciuto.
Questa notevole peculiarità anatomica, equiparabile alle dimensioni craniche dei gorilla, potrebbe indicare un’adattabilità alle rigide temperature di Harbin, la zona riconosciuta come il suo vecchio habitat, che in inverno può andare sotto zero fino a -16 gradi Celsius.
La scoperta dell’Homo longi ha sia generato grande interesse nella comunità scientifica che sollevato una serie di importanti interrogativi: e se noi discendessimo proprio dal cosiddetto “uomo-drago”?
Gli esperti continuano a condurre ricerche approfondite per comprendere meglio la relazione tra questa specie e l’Homo sapiens, ossia l’anello che ci ricollegherebbe all’Homo Longi, gettando nuova luce sull’evoluzione umana e sulle connessioni ancestrali che hanno plasmato la nostra storia.
Ps: in caso, come mai il nostro cranio è così piccino?
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